Entrando in una delle ultime librerie rimaste nella città in cui abito, mi inebriava il profumo delle pagine dei libri più che del gelsomino e del tiglio che da giorni circola pesante nell'aria... Mi accoglieva con espressione rassegnata, dietro i due baffoni, il proprietario: la cultura è un optional, ormai, replicava al mio infantile compiacermi nel sentire il profumo delle pagine.

Chi legge più, d'altronde?

Lo sguardo cadeva inevitabilmente sull'ultima 'fatica' di Camilleri,  già impilata sul banco. Solita graziosa copertina di Sellerio, solito titolo che si dimentica appena letto.

Cosa mi rimaneva da fare se non acquistare "Per i sentieri dove cresce l'erba"  di Knut Hansum...?

Fottuti bastardi

no,

non mi ridurrete al rimpianto

e alla nostalgia del tempo consumato

nelle attese

nelle speranze

irrimediabilmente sfumate

No

non farete di me

il ridicolo pupazzo-regalo

che ride, piange e prega

e  recita le poesie di Alfonso Gatto

imparate alle Elementari...

       Gli italiani, popolo di rivoluzionari...

Nel vacuo dibattito tutto italiano seguito all'eccidio francese, al solito, una delle questioni eluse dai cosiddetti esperti e opinionisti è stato quello della "laicità dello stato". Tra i pochi pezzi letti sul tema, consiglio quello pubblicato a pagina 26 de Il Fatto Quotidiano del 14 gennaio scorso a firma Alessandro Robecchi che, intitolato "Tra un iman e un sacerdote non c'è più spazio per gli atei", si conclude con la citazione di un'invettiva di Francois Cavanna, fondatore di Charlie Hebdo, "un punto di vista fieramente laico, che nessuno cita nelle profonde elucubrazioni di questi giorni, e che avrebbe, invece, pieno diritto di cittadinanza nel dibattito".

Eccolo: 

"Non rompeteci i coglioni. Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi".

   Claus Miller - "Sir Harold Kroto. Never give up"

Ancora sull'inqualificabile, inaccettabile, inumano eccidio nella redazione di Charlie Hebgo.

Mentre le cronache di queste ore hanno raccontato l'epilogo dell'incubo e le popolazioni europee manifestato nelle piazze in difesa della libertà di espressione, il dibattito in Italia su cosa significhi oggi 'libertà di espressione' è pressoché nullo, sembrerebbe essere considerato superfluo, quando non retorico e inutile.

Ma la questione, grande come una casa, di cosa significhi oggi in Occidente 'libertà di espressione' (nella fattispecie 'artistica') rimane. Eccome.

La esemplifico con alcuni casi di seguito:

Blasfemia, propaganda, provocazione, satira... sono tutte forme della 'libertà di espressione artistica'?

Tutti concordi nel condannare senza attenuante alcuna la vile azione terroristica alla redazione di Charlie Hebdo. Non ci possono essere alibi o giustificazioni per atti di questa natura. Le morti sono morti e non è accettabile che si possa uccidere per rivendicare delle idee, qualunque esse siano!

Ma se quanto accaduto si innesta in un'annoso dibattito tutto francese sui rischi di islamizzazione della Francia (e dell'Occidente), ultimo pretesto l'uscita del nuovo libro di Michel Houellebecq dal titolo "Sottomissione" (libro che  profetizza nel 2020 una Francia completamente islamizzata), è pur vero che tragedie di questa portata dovrebbero indurre politici, artisti, media, società civile... a riflettere sul tema della libertà: cosa significa cioè essere liberi oggi in Occidente, quali siano i limiti (se si crede ci siano o ci debbano essere), quali le regole non scritte, l'etica, la deontologia, se l'espressione abbia diritto di essere in quanto tale o se debba sottostare a norme definite (morali, di opportunità, di buon senso, di rispetto per l'altro...). Questioni che nella Storia non sono date una volta per tutte ma vanno costantemente ridiscusse, approfondite, riprecisate.

Reagire, come si è cominciato a fare, alzando la barricata dell'indignazione e della rivendizione della 'libertà di espressione' (come puntualmente ha fatto anche il 'nostro' presidente del consiglio con improvvido tempismo...) senza minimamente interrogarsi su quali implicazioni abbia questo atto estremo, sarà l'ennesima occasione mancata (ricordate la maglietta di Calderoli?) per approfondire un tema cruciale della contemporaneità che ha strette correlazioni con gli equilibri geopolitici del mondo.

Qui sotto riproduco una delle tante copertine della rivista sfacciatamente blasfema. Non credo che un cristiano (cattolico) potrà mai arrivare a impugnare una mitraglietta e fare una strage provocato da una vignetta così, ma...

E' su questo "ma...", credo, che ci si dovrebbe interrogare una volta passata l'emozione di questa tragedia inaccettabile...

- il banalmente positivo, autoassolutorio, acritico discorso di Napolitano di ieri sera;

- le ovvietà papali che scaldano il cuore alla classe media (da oggi anche su DVD...);

- il vuoto, irritante patriottismo che ha inquinato la grave vicenda dei Marò;

- l'orrore del cosiddetto 'renzismo', nuova forma telegenica del 'berlusconismo' che infonde speranza al non-pensiero dell'ex/post-Sinistra italiana;

- il partito radicale in liquidazione fallimentare;

- il non dibattito sui temi relativi ai diritti civili che mantiene inchiodata l'Italia all'oscurantismo;

- l'ennesimo insorgere del neofascismo in Europa e nel mondo (lega lombarda e cinque stelle inclusi);

- l'avvilente ritorno al razzismo nell'America obaniana;

- le nauseabonde polizie del mondo (Italia e USA in prima linea) ancora braccio armato del ventre molle delle società post-borghesi;

- la retorica frustra e marcia dell'accoglienza e delle nuove povertà; 

- il definitivo declino dell'editoria italiana, asservita agli interessi del Mercato;

- l'assenza di una controcultura al regime del mainstream;

- l'ambiente degradato e collassante a causa dell'interesse di pochi e del malgoverno del territorio;

- la vergogna della fame nel mondo e della morte di bambini (ormai come dato di fatto, endemico e necessario all'economia del 'primo mondo'...);

- la divinizzazione in Italia della famiglia eterosessuale (con prole) escludente tutte le altre forme di relazione affettiva/amorosa e l'insorgere di movimenti nuovi in difesa della 'famiglia naturale' (!);

e molto altro ancora,

sono state le metastasi con cui ho dovuto convivere nell'anno appena trascorso.

E' ragionevole credere che nel 2015, per lo meno in Italia, le cose assumeranno una forma meno mostruosa?

Non scriverò delle penose triviali decadenze di un mondo che non ha più nulla da offrire, dove tutto è dato, niente è rimasto da scoprire e i fatti, peggiorando ogni giorno, irrimediabilmente, descrivono una Realtà ormai collassata.

Solo la vostra insensibilità può continuare a farvi recitare la farsa quotidiana dell'ipocrita retorica delle buone parole, dell'incoraggiamento, dell'ottimismo, dei sorrisi e delle parole di circostanza. Dei vomitevoli "Come va?", dei rivoltanti "Tutto bene?".

Vedete quello che sta accadendo davanti a voi? Ne avete coscienza? Ne siete toccati?

D'accordo con tutte le litanie del copione grottesco: "Ma abbiamo figli", "pensiamo al loro futuro", "le cose non possono continuare così in eterno"...

Il fallimento della politica, come pratica nobile di governo della polis, arresasi agli interessi crudeli, violenti, criminali dell'economia, dell'alta finanza, delle speculazioni, dell'usura... si è tirata dietro lo stato sociale, il lavoro, la giustizia, la cultura, la ricerca, l'istruzione, l'etica... la persona stessa, ridotta com'è al subumano.

E' rimasto poco da difendere, si contano i morti e le macerie.

E per quanto si auspichino forme d'arte contemporanea antagonista, di pura espressione fuori dal Mercato, di musica veramente libera, di cinema e letteratura "di denuncia" e "impegno civile"... tutto è definitivamente

SCADUTO

ANDATO OLTRE

IRRECUPERABILE

FINITO

SENZ'APPELLO

ed è evidente - prima o poi, lo sarà a tutti - che non abbiamo fatto attenzione.

"It's  the Devil's way now

there is no way out

you can scream & you

can shout

it is too late now

because

you have not been

paying attention..."