Non c'è soltanto una ragione giudiziaria che dovrebbe indurre un esponente politico a lasciare il campo, condannato in via definitiva a una pena detentiva per il reato - gravissimo - di truffa ai danni dello stato italiano - ma una ragione più banalmente anagrafica. Quest'uomo, che ha fondato il suo prestigio su un'idea falsata di successo, ha anche contrabbandato l'illusione fra gli italiani che si possa effettivamente vivere in eterno, impermeabile al tempo che scorre inesorabile e al decadimento fisico e psichico.
Su molti italiani l'idea di un leader cui riconoscere il carisma di essere imperituro, di risorgere a ogni grave contraccolpo come la Fenice, suscita una irresistibile seduzione. Gli assunti indiscutibili sono facilmente riassumibili, ripetuti dagli esponenti del PDL da anni come mantra:
- "lui ce l'ha fatta da solo", "si è costruito da sé" (quando è evidente che per un italiano normale è cosa ai limiti del sovrumano)
- "ha dato lavoro a migliaia di famiglie" (in un paese in cui lavoro ce n'è sempre meno...)
- "ha fondato città"
- "ha vinto un sacco di trofei con il Milan" (quando il calcio italiano vince quasi niente da anni)
- ha trattato alla pari con i maggiori leader mondiali (quando è notoria la pochezza internazionaloe dell'Italietta...)
- "lui ama la sua patria"...
Un dispositivo di auto-attribuzioni seducenti dal carattere pseudo-mistico che ha convinto molti elettori a considerarlo immarcescibile, indistruttibile, intangibile nel corso degli anni. Anche alla Legge, come si può tristemente vedere proprio in questi giorni, e dopo una valanga di imbarazzanti leggi ad personam che hanno mandato in prescrizione la maggior parte dei processi rendendoci barzelletta del mondo.
Ora, si può soprassedere su tutto, si può pensare che Berlusconi sia solo un benefattore incompreso, anzi, addirittura contrastato per mera invidia e cattiveria dei comunisti (uno dei capisaldi concettuali dell'inno del Partito della Libertà!)... ma non si può far finta di non considerare che l'uomo ha ormai raggiunto i 76 anni d'età e che a detta dei 'suoi' non ha 'eredi' a suo pari.
Che partito politico è quello che da oltre vent'anni non riesce a creare le condizioni per un naturale ricambio generazionale? Che Paese è quello che continua a considerare un vecchio egotico dai trascorsi per lo meno controversi un possibile leader politico per il futuro anche in considerazione della povertà delle idee, dei principi e dei valori espressi? E che istituzioni sono (Governo e Presidente della Repubblica) quelle che non riescono a sbarazzarsi definitivamente di un personaggio politico tanto ingombrante da poter esercitare minacce e ricatti alla loro stessa stabilità?
Non siete anche solo nauseati da questo apparente sortilegio che in Italia si continui a parlare di Berlusconi?