VENIRE AL MONDO POSTUMI.
"Questo libro è riservato a pochissimi. Forse nemmeno uno di essi è ancora nato. Può darsi che siano coloro che comprendono il mio Zarathustra: come potrei mai confondermi con quelli per i quali già oggi crescono orecchie? - Solo il postdomani mi si addice. C'è chi viene al mondo, postumo.
Le condizioni alle quali mi comprendono, e allora per forza comprendono, - le conosco anche troppo bene. Uno deve essere inflessibile fino alla durezza nelle cose dello spirito, per sopportare anche soltanto la mia serietà, la mia passione. Uno deve essere avvezzo a vivere sui monti - a vedere sotto di sé il meschino ciarlare dell'epoca sulla politica e sull'egoismo dei popoli. Uno dev'essere divenuto indifferente, né deve mai domandare se la verità serva, se per qualcuno essa diventi sorte ineluttabile... Una predilezione della forza per domande di cui nessuno oggi ha il coraggio; il coraggio del proibito; la predisposizione al labirinto. Un'espereienza di sette solitudini. Nuove orecchie per nuova musica. Nuovi occhi per il lontanissimo. Una nuova coscienza per verità fin qui rimaste mute. E volontà per l'economia in grande stile: conservare infatti la propria energia, il proprio entusiasmo... e rispetto di sé; l'amore di sé; l'incondizionata libertà verso sé stessi...
Ebbene sì! Questi soli sono i miei lettori, i miei lettori predestinati: che importa il resto? - il resto è solo l'umanità - All'umanità uno deve essere superiore per forza, per altezza d'animo, - per disprezzo...."
(Friedrich Nietzsche, prefazione a "L'Anticristo", 1888 - traduzione di Paolo Santoro, Newton Compton Editori, Roma 2013)
a mia madre, che sta per morire.
(Urzhumov Vitaly, "Lemon World" 2014)