"TANTE COSE DA SMANTELLARE..."

04.06.2017 12:37

"Stiamo assistendo a una crisi della civiltà? I libri di Michel Houellebecq "Le particelle elementari" e "Sottomissione" sono entrambi sintomatici di questo clima da “fine del mondo”. Cosa tiene assieme la società? L’ideologia politica non ci sta riuscendo. Le sue dichiarazioni e le sue promesse non sono più credibili. Ciò che sta prendendo il posto delle politica è la tecnologia. È da qui che, in misura sempre maggiore, provengono le dichiarazioni e le promesse per il futuro. I problemi odierni saranno risolti grazie a sempre più tecnologia.
 
Quali sono in generale le sue pretese?
 
La tecnologia ci dà il potere. Eppure, non siamo mai stati così privi di potere. Sempre più tecnologia, sempre meno assunzione di potere.
La tecnologia ci offre diversità, varietà. Eppure, viviamo in un mondo sempre più standardizzato,omogeneizzato.
La tecnologia ci mette in connessione. Eppure, nella società l’isolamento aumenta a passi da gigante. Negli Stati Uniti le persone hanno sempre meno amici, e sono più inclini a vivere da sole...

Questa è l’età della tecnologia. Viviamo in una società di massa tecnologica, dove la comunità è scomparsa. Un anziano Ute, popolo di nativi americani, ha detto: “La civiltà è la tomba della comunità”.
Negli Stati Uniti si assiste a episodi di furia omicida, uso massiccio di droghe, aumento dei suicidi. La gente è alla deriva in una terra desolata dalla tecnologia, con sempre meno legami sociali, dove i rapporti tra le persone sono deboli più che mai. Tutto ciò può sembrare sconcertante e spaventoso, sebbene raramente lo si riconosca pubblicamente.
“The Disquiet of Ziggy Zeitgeist” è un’eccezione*. Questo articolo, pubblicato dal Wall Street Journal (sulle pagine nazionali), riconosce che le cose stanno andando profondamente male. Buona parte della spiegazione ci è stata fornita dal libro di Freud "Il disagio della civiltà". In questo saggio egli descrive la civiltà – e l’addomesticamento, sua fondamenta – come una macchina che crea infelicità. La coercizione e la repressione che implica producono sempre più nevrosi. Più civilizzazione, più nevrosi. A quanto pare aveva ragione. Il passaggio all’addomesticamento/civilizzazione è stato descritto come “il peggior errore nella storia dell’umanità”. Con l’agricoltura e le prime civiltà abbiamo adottato una classe che controlla. Controllo, sempre più controllo. Siamo passati da una condizione in cui ci si basava su ciò che la natura elargisce, a una in cui si estorce e domina la natura – tutte le specie comprese.
 
Essere radicali significa andare alla radice. Vedere cosa ha provocato la crisi, alle origini. In molti posti fuori dalla civiltà c’è ancora molta energia radicale, che può esserci utile per ulteriori analisi e ispirazioni. Per due milioni di anni non abbiamo avuto bisogno della civiltà. Guerra, lavoro, distruzione ambientale, oggettificazione delle donne, gerarchia erano cose sconosciute. In meno di diecimila anni tutto ciò è stato capovolto.
 
Abbiamo bisogno di un obiettivo veramente radicale, ovvero comunità decentralizzate basate su rapporti diretti faccia a faccia.
 
Ci sono così tante cose da smantellare…".
 
John Zerzan, maggio 2017.

*Henry Allen, “The Disquiet of Ziggy Zeitgeist”, "Wall Street Journal", 1 agosto 2013