UN GIOCHETTO IN CUI LASCIARCI LE PENNE...

14.02.2016 15:48

     "La musa" di Pablo Picasso (olio su tela, 1935, Centre Georges Pompidou, Parigi)

 

Il maestoso Celine ha detto nel 1960 che "la parola è orribile. Non la si può annusare. Ma raggiungere il punto in cui si riesce a rendere quella particolare emozione, è di una difficoltà che non puoi neanche immaginare... Uno schifo... Al di là dell'umano... E' un giochetto in cui puoi lasciarci le penne...".

Una questione da perderci la vita, in effetti, se si ha l'ardire di scrivere, raccontare fatti, rendere sentimenti, descrivere persone.

Ecco un passaggio strepitoso dell'immenso Charles Bukowski (qui nelle vesti dell'alter ego Henry Chinaski) in un suo racconto del 1973 (titolo in italiano: "Niente collo e cattivo come il demonio", da "A sud di nessun nord", Guanda 1998-TEAdue 2003, nella traduzione magistrale di Mariagiulia Castagnone):

Lasciai Vicky, andai al piano di sopra, mi piegai sulla macchina da scrivere e guardai fuori dalla finestra. Era tremendo. Per tutta la vita avevo desiderato fare lo scrittore e ora che avevo la possibilità, non mi veniva niente. Niente corride e incontri di pugilato e giovani senorite. Non c'erano nemmeno pensieri profondi. Ero fottuto. Non riuscivo a metter giù una parola e mi avevano incastrato in  un angolo. Bè, non c'era altro da fare che morire. Ma avevo sempre immaginato le cose in modo diverso. Scrivere, voglio dire. Forse era colpa dei film con Leslie Howard. O delle biografie di Hemingway e D.H. Lawrence. O di Jeffers. Si poteva cominciare scrivendo in molti modi diversi. Poi si scriveva un po'. Si incontravano gli altri scrittori. Quelli buoni e quelli cattivi. Avevano tutti delle anime da gocattolo di latta. Lo si capiva, quando si era in una stanza con loro. C'era un grande scrittore ogni cinquecento anni, ma non eri tu quello e molto probabilmente nemmeno loro. Eravamo fottuti.

Una lezione di grande modestia, di consapevolezza dei propri limiti,benché indotta dall'incoercibile vocazione alla parola scritta. Una vocazione che va sempre assecondata, costi quel che costi.

Anche correre il rischio di essere letto da due persone...