LO SCEMO DEL VILLAGGIO... GLOBALE.

14.06.2015 16:45

Sulla polemica innescata sui social media da Umberto Eco con il recente intervento all'Università di Torino (cfr. www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2015/06/12/eco-e-limbecillita-2.0-il-web-si-divide_60ea6684-0a1d-4d8f-8f1c-03bfe9214c97.html) si potrebbe riflettere che gli 'scemi del villaggio' sono sempre esistiti e sempre esisteranno; che blog e affini (Twitter, Facebook...) offrono a costo zero l'opportunità a tutti, quindi anche agli 'scemi del villaggio', di dire la propria su qualsivoglia argomento; che la natura anarchica e democratica del medium (aspetto che personalmente amiamo) consente anche agli 'scemi del villaggio' di diventare 'scemi globali'; che in attesa dell'implosione del sistema, che innescherà senz'altro nuove forme di comunicazione, le uniche azioni di difesa dall'imbarbarimento dilagante (poiché sembrerebbero prevalere gli scemi, in effetti...) sono quelle storicamente applicabili ai media (social e non):

- evitarli, spegnendo le macchine;

- selezionare  (quindi scegliere) le fonti da consultare/seguire;

- continuare a vivere la vita reale e avere scambi di idee reali con persone reali; leggere libri, riviste, giornali cartacei; andare a teatro e al cinema; ascoltare musica dal vivo...

Quello che infastidisce del contributo di Eco è l'atteggiamento elitario, di supponenza, di chi rimpiange una società oligarchica costituita da caste di intellettuali, con la massa degli 'utili idioti' condannata ai monologhi alcolici al bar del quartiere...

Perché la cultura, anche nei suoi aspetti più deteriori, non può che essere un processo di costruzione collettiva a cui anche gli scemi hanno diritto di partecipare.