LE RAGIONI PIU' CHE MAI ATTUALI DELL'ATEISMO IN QUESTO PAESE... ALLA FRUTTA.
E' una storia vecchia, purtroppo. Costretto per legge a pagare un canone per il solo fatto di possedere un apparecchio TV o una radio funzionanti, mi ritrovo TUTTI I GIORNI ad assistere impotente alla parata del papa di Roma cui vengono dedicati almeno tre-cinque minuti in ogni telegiornale per informarci sull'ultima delle sue esternazioni (o raccomandazioni, o appelli, o tonanti moniti...) come se si presumesse che tutti gli italiani siano interessati a quanto ha da dire l'omino vestito di bianco.
Oggi, nuovamente esasperato, ho rispolverato un classico del pensiero ateo, "Trattato di Ateologia" di Michel Onfray (Fazi Editore, 2005), e ho ricominciato a leggerlo. A pagina 19, ad esempio:
"(...) La credulità degli uomini supera l'immaginazione. Il loro desiderio di non vedere ciò che è evidente, il bisogno di uno spettacolo più divertente, anche se dipende dalla più assoluta delle finzioni, la loro volontà di accecamento non conoscono limiti. Meglio favole, finzioni, miti, storie per bambini, che assistere alla scoperta della crudeltà della realtà e riconoscere l'evidente tragicità del mondo. Per scongiurare la morte, l'homo sapiens la congeda. Per evitare di dover risolvere il problema, lo cancella. Dover morire riguarda solo i mortali: il credente, lui, ingenuo e sciocco, sa di essere immortale, che sopravviverà all'ecatombe planetaria."
Se non fosse che la politica istituzionale in Italia è morta e sepolta, che addirittura gli stessi Radicali hanno abdicato da tempo e flirtano con il papa di turno (ma poi corrono tutti gli anni a celebrare "la breccia di Porta Pia"...), che le questioni dell'anticlericalismo, dell'ateismo e del laicismo sembrano ormai tramontate nella coscienza degli italiani, bisognerebbe rilanciare le antiche battaglie...
Ancora Onfray, pagina71:
"Sappiamo che gli animali non sono contagiati da Dio. Indenni dalla religione, ignorano l'incenso e l'ostia, le genuflessioni e le preghiere, né li vediamo in estasi davanti agli astri o ai sacerdoti; non costruiscono né templi né cattedrali e non vengono mai sorpresi a invocare finzioni. Con Spinoza, pensiamo che se si creassero un Dio, lo farebbero a loro immagine: gli asini con grandi orecchie, gli elefanti con la proboscide, le api con un pungiglione. Perciò quando gli uomini si mettono in testa di dare vita a un Dio unico, lo fanno a loro immagine: violento, geloso, vendicatore, misogino, aggressivo, tirannico, intollerante. Per farla breve, danno forma alla loro pulsione di morte, alla loro parte oscura, e ne fanno una macchina lanciata a tutta velocità contro se stessi."