FONOGRAFI, GRAMMOFONI, DISCHI IN CERALACCA...
Qualche giorno fa, gironzolando in una libreria, ho trovato per caso nel proverbiale 'angolo polveroso' un vecchio cartonato fotografico della EdiCart, editrice specializzata in manualistica per collezionisti, dedicato ai grammofoni. Pubblicato nel 1995, "I Grammofoni" è stato curato da Nino Ciravenga e Fermo Galbiati. Racconta l'appassionante, emozionante storia di queste fantastiche macchine sonore che hanno regalato all'umanità il piacere incomparabile di riprodurre suoni e ascoltare la musica nel chiuso della propria casa. Un racconto per lo più fotografico, con la riproduzione di alcuni dei cimeli conservati al museo Galbiati di Brugherio (Monza e Brianza) (cfr. www.museionline.info/tipologia/item/museo-miscellaneo-galbiati.html).
Pur non essendo un collezionista, per me che posseggo un grammofono della Voce del Padrone degli anni '40 (è un modello 103 di fabbricazione inglese), è una gioia indescrivibile quella di imbattermi in un vecchio disco di ceralacca seppellito in uno scatolone sotto il banco di un mercatino dell'antiquariato: tra tanti dischi di musica classica e operistica, di tanto in tanto ho la fortuna di trovare qualche vecchia canzone degli anni '30 o '40 o, più raramente, qualche pezzo jazz suonato da band minori inglesi o americane... (anche per questo per me non ha molto senso acquistare dischi tramite Internet o nei rari negozi specializzati...).
E' più o meno la sensazione, credo, di chi scoperchia una tomba millenaria in qualche sito archeologico, l'ebbrezza del tombarolo che profana una tomba etrusca, l'emozione di chi ritrova in un vecchio baule in soffitta foto di famiglia totalmente sconosciute...
Quando poi la puntina si appoggia sul disco e gli sportelli frontali della macchina lasciano uscire il suo suono precario, si materializza la dimensione del medium che si fa tramite con un lontano passato: voci e suoni che provengono da un aldilà e rievocano mondi lontani, pratiche dell'ascolto irrecuperabilmente tramontate, scorci di vite conosciute soltanto tramite il cinema o vecchie fotografie... Macchine del tempo che ci aiutano a sopportare meglio questa difficile contemporaneità...