LA RABBIA E IL TEDIO A MORTE DI VIVERE IN PROVINCIA...

07.03.2016 17:00

Dedicato alla città in cui sono nato e vivo

da bastardo, nell'ombra, nauseato da tutto

e da tutti.

"Prima di tutto c’è il vecchio, che è come un melone, che ha un gran naso, non sa nemmeno più come si chiama da tanto che beve, signore, o da tanto che ha bevuto, che non fa proprio niente, che non ne può più, che è completamente cotto, che si considera un re, che si sbronza ogni notte con del vino cattivo, che lo si ritrova al mattino nella chiesa che dormicchia, rigido come una trave, bianco come un cero di Pasqua, che balbetta e ha l’occhio che divaga... devo dire, signore, che quelli là, non pensano, signore, non  pensano… pregano e basta.

 

E poi c’è l’altro, un pel di carota che non ha mai visto un pettine, che è cattivo come una tigna, anche se darebbe la sua veste a della povera gente felice, che ha sposato la Denise, una ragazza del paese, o forse di un altro paese, e non è finita: fa i suoi affarucci col suo cappellino, col suo cappottino, col suo furgoncino, che vorrebbe avere l’aria ma non ce l’ha affatto, non bisogna fare i ricchi quando non si hanno i soldi: vi devo dire, signore, che quelli là non vivono, signore, non vivono…  sanno solo fingere.

 

E poi ci sono gli altri, la madre che non dice niente, o dice cose che non importano, e dalla mattina alla sera sotto la sua bella faccia da falsa e sul suo mobile di legno ci sono i baffi del padre, che è morto per uno scivolone, e che guarda il suo gregge mangiare la zuppa fredda e fare dei gran slurp, fare dei gran slurp. E poi c’è la vecchia, che non la smette di tremare, che  tutti aspettano che crepi, visto che è lei che ha i soldi, che nessuno ascolta quello che le sue povere mani raccontano... devo dire, signore, che quelli là non parlano, signore, non parlano… non fanno altro che contare.

 

E poi, poi c’è Frida che è bella come il sole e che mi ama quanto io amo lei, e ci diciamo spesso che avremo una casa con grandi finestre, senza muri e che ci vivremo dentro e sarà bello starci, e se non è sicuro, è almeno probabile, perché gli altri non vogliono, gli altri dicono che è troppo bella per me, che sono solo buono ad ammazzare i gatti (non ho mai ammazzato gatti, o forse tanto tempo fa, o forse l’ho dimenticato) o non annusano del buono, comunque non vogliono, così quando ci vediamo anche se sembra casuale, coi suoi occhi bagnati dice che se ne andrà, che mi seguirà, allora per un istante, per un istante solo, signore, io le credo, per un istante, solo per un attimo,perché da quelli là non si scappa,non si scappa, signore, da quelli là non si riesce a scappare… ma è troppo tardi, signore, devo tornare a casa".

 

JACQUES BREL, "Ces gens-là" (1966)

video straordinario alla pagina: www.youtube.com/watch?v=2FCqjm2Jwhk