NE' CON LA BIBBIA NE' COL CORANO (a proposito dell'attentato alla moschea in Canada)...
Rifiutarsi di stare da una parte o dall'altra nel delirio planetario che contrappone presunti vittime a presunti carnefici è possibile solo a condizione di neutralizzare l'incidenza che la religione ha nella nostra vita, anche di atei convinti.
La riflessione di Onfrey dal "Trattato di Ateologia" (pagg. 194-198):
"In questo paesaggio desolato di un Occidente senza più scampo, la battaglia di alcuni laici sembra talora contagiata dall'ideologia dell'avversario: numerosi militanti della causa somigliano così tanto a clerici da trarre in inganno. Peggio, a caricature di clerici. Sfortunatamente, il libero pensiero contemporaneo puzza spesso d'incenso, e si profuma spudaratamente con l'acqua benedetta. Vestiti col clergymen di una chiesa di atei bigotti, gli attori di questo movimento storicamente rilevante hanno perso, a quanto pare, il treno della modernità. Oggi il monoteismo non si combatte con le armi della Repubblica di Gambetta.
Certo, la battaglia dei liberi pensatori ha prodotto effetti notevoli nell'avvento della modernità: decostruzione delle favole cristiane, decolpevolizzazione delle coscienze, laicizzazione della giustizia, dell'educazione, della salute e dell'esercito, lotta contro la teocrazia in favore della democrazia, più in particolare nella forma repubblicana, separazione tra Stato e Chiesa, per la più celebre delle vittorie.
E tuttavia i catechismi laici, le cerimonie civili - battesimi, comunioni (!) -, le feste della gioventù, la battaglia contro il suono delle campane nei villaggi, l'aspirazione a un nuovo calendario, l'iconoclastia, la lotta contro l'uso della veste talare somigliano troppo a pratiche dell'eretico cristiano... La scristianizzazione non passa attraverso le stupidaggini e le sciocchezze ma attraverso il lavoro sull'episteme di un'epoca, l'educazione delle coscienze alla ragione."
E ancora:
"Non c'è nessuna difficoltà, in tal caso, ad affermare nella Repubblica francese contemporanea l'uguaglianza dell'ebreo, del cristiano, del musulmano, del buddista, dello shintoista, dell'animista, del politeista o dell'agnostico e dell'ateo. Tutto può ben dare l'impressione che le scelte si equivalgano, quando vengono vissute nel foro interiore e nell'intimità della coscienza, dal momento che fuori, a livello di vita pubblica, i quadri, le forme, le forze, cioè l'essenziale - etica, politica, bioetica, diritto, - restano ebraico-cristiani.
"(...) Nel momento in cui si profila uno scontro decisivo - forse già perduto... - per difendere i valori dell'Illuminismo contro le affermazioni magiche, bisogna promuovere una laicità postcristiana, ossia atea, militante e radicalmente opposta a quella che ci obbliga a scegliere tra la religione ebraico-cristiana occidentale e l'islam che la combatte. Né Bibbia né Corano. Ai rabbini, ai preti, agli ayatollah, agli imam e ai mullah, io continuo a preferire il filosofo. Contro le teologie strampalate, preferisco fare appello alle correnti di pensiero alternative alla storiografia filosofica dominante: burloni, materialisti, radicali, cinici, edonisti, atei, sensisti, gaudenti. Essi sanno che esiste un solo mondo e che ogni offerta di un oltremondo ci fa perdere l'uso e il beneficio del solo mondo esistente. E' questo il vero peccato mortale."