ALDROVANDI E L'ITAGLIETTA AUTOASSOLUTORIA DEI 'POTERI FORTI'...

22.12.2017 12:54

Tanto per non farci mancare nulla del peggio, è di questi giorni la notizia secondo cui il giudice sportivo ha minacciato sanzioni  (multe e Daspo) ai danni di quei tifosi che hanno esposto allo stadio l'immagine di Federico Aldrovandi nel corso delle ultime partite di campionato, dopo il doveroso appello dell'Acad (Associazione contro gli abusi in divisa - www.acaditalia.it/).

Il Giudice Sportivo ha affermato - incredibile anche solo pensarlo! - che si tratta di "una provocazione nei confronti delle forze dell'ordine".

Serve commentare una simile boiata che lede fattivamente il più elementare principio della libertà di espressione?

Quello che mi sembra rilevante nella vicenda è che, come al solito, le autorità di questa Itaglietta arraffona, mafiosetta, vittimistica e dimentica di tutto non perdono occasione per prendere posizione a favore dei cosiddetti 'poteri forti' - espressione certamente qualunquistica e approssimativa, ma efficace  nel delineare l'identità di organizzazioni o organismi dello stato che, dal Dopoguerra ad oggi, quando costrette al confronto pubblico a seguito di fatti contestati non fanno altro che autoassolversi (non sempre potendo insabbiare o depistare la verità dei fatti) anziché riconoscere le proprie responsabilità davanti alla legge e risarcire i cittadini dei danni procurati.

Suscita pena e rabbia, nella fattispecie, lo sforzo che lo Stato nelle sue diversificate articolazioni fa quotidianamente per tentare di infondere sicurezza nel cittadino, soprattutto in rapporto all'opera delle forze dell'ordine, spesso premiate e incensate per il loro impegno a favore della collettività, pur a fronte degli evidenti, dilaganti, inqualificabili abusi di potere (da Genova e Napoli, ai casi Uva e Cucchi...).

"Di Federico, ragazzo di 18 anni ucciso da 4 poliziotti, non si deve più parlare", si legge sul sito dell'Acad.
"Della risposta coordinata e di massa che hanno dato tantissime curve neanche. Quando perdono si rintanano in un silenzio assordante con la complicità di giornali e tv, ma agiscono con la potente arma della repressione".