LA COLTELLATA MORTALE DI ELIZABETH SMART.

23.07.2017 10:55

Mentre da una finestra irrompe nella mia casa il tema di "Hotel California" degli Eagles suonato da un'improbabile pianola elettrica da sagra del pesce (ah, quanta compassione è necessaria per continuare a sopportare la convivenza con il genere umano!), ripenso a un libriccino appena concluso. Una folgorante scoperta casuale, due euro e cinquanta su un banchetto di un mercatino rionale. Pubblicato dall'editore genovese Il Melangolo nel 1993, ancora in catalogo nonostante sia diventato un reminder, "L'assunzione di farabutti e mascalzoni" (davvero suggestiva la traduzione di Alessandra Calanchi) è l'ultimo libro scritto nel 1980 da Elizabeth Smart.

Un capolavoro di diaristica, il cuore di una donna speciale 'messo a nudo' in un potente stream of consciousness che è una riflessione sul senso di questa nostra esistenza fatta di noia e fatica, improvvise esaltazioni e sprofondi nell'abisso della più cupa depressione. Nel capitoletto "La storia della nostra vita" questo incipit che è una coltellata al petto, mortale:

C'era una volta una donna che era proprio uguale a tutte le altre donne. Si sposò con un uomo che era proprio uguale a tutti gli altri uomini. Ed ebbero dei figli che erano proprio uguali a tutti gli altri figli. E pioveva tutto il giorno.

La donna dopveva sturare l'acquaio in cucina quando si otturava.

L'uomo andava al pub ogni venerdì, sabato e domenica. Le altre sere si riparava la bicicletta rotta, faceva la schedina e sognava di diventare ricco e potente.

La donna leggeva romanzi rosa e sognava una vita diversa.

I bambini litigavano e strillavano e giocavano e avevano i lividi sulle ginocchia.

Alla fine, morirono tutti.

Insisti sui dettagli volgari? Sul pettegolezzo fine a se stesso? Che disgustosa ingordigia!

Molto bene.

 

Capitolo primo: nacquero.

Capitolo secondo: si stupirono.

Capitolo terzo: amarono.

Capitolo quarto: soffrirono.

Capitolo quinto: si riconciliarono.

Capitolo sesto: morirono.